I miei murales nascono dal desiderio di liberare l’arte dai confini del quadro e portarla là dove può respirare insieme alle persone.
Ogni parete diventa uno spazio vivo, un luogo di connessione tra materia e spirito, tra il gesto e l’intenzione.
Per me, dipingere un murales significa espandere un sogno nello spazio reale, lasciare che il colore dialoghi con la luce e che le forme raccontino qualcosa di invisibile.
È un rituale di trasformazione, un segno di bellezza e consapevolezza che vibra non solo nei luoghi ma anche in chi li attraversa.
Ogni muro, in fondo, può diventare una tela sacra dove l’arte si fa esperienza, emozione e presenza.

